Comunicato stampa del 14 giugno 2012

Nuova frontiera della professione o pericoloso tabu’ da sfatare? La consulenza on line divide la folta platea di psicologi, che discutono sui pro e i contro di una pratica ancora inconsueta, almeno in Italia. Alcuni input alle ricerche scientifiche gia’ in corso arrivano da Napoli, dove si e’ aperto oggi il convegno organizzato dall’Ordine degli psicologi della Campania e dedicato al ‘colloquio clinico’, momento fondamentale per l’indagine psicologica. "Le-counseling e’ ancora un terreno scivoloso – spiega la vicepresidente dell’Ordine, Antonella Bozzaotra – ma puo’ essere sicuramente utile ad ampliare il bacino di psicologia". Uno dei vantaggi oggettivi e’ infatti la ‘deterritorializzazione’: con un pc e un programma di chat o di videochiamata si puo’ accedere al servizio senza doversi spostare. Questo produce anche una riduzione dei costi e svincola l’utente da restrizioni temporali. "In Italia siamo ancora all’anno zero – fa notare il presidente dell’ente di ricerca Anima, Stefano Manzo – Mentre altrove ci sono gia’ le e-clinic, da noi si discute ancora sulle controindicazioni, che sono legate soprattutto a questioni tecniche". Utilizzando la chat, infatti, si possono perdere alcuni ‘indizi verbali’, oppure si mette in evidenza l’inadeguatezza della pratica per le patologie gravi o i casi di tentato suicidio. Per il presidente degli psicologi campani, Raffaele Felaco, "e’ possibile percorrere questa strada, ma solo all’interno di una relazione terapeutica, conoscendo personalmente i pazienti e facendo prima una diagnosi dal vivo, utilizzando poi l’e-counseling anche per colloqui di supporto". Il docente di Psicologia clinica dell’Universita’ Federico II di Napoli, Paolo Valerio, ricorda che "il dispositivo e’ utilizzato daanni in tutto il nord Europa nei contesti dove e’ difficile raggiungere l’utenza. Chi e’ abituato al contatto diretto – sottolinea – potra’ mostrare preoccupazione per l’utilizzo di strumenti tecnologici e per l’instaurarsi di relazioni virtuali, ma la categoria non puo’ rifiutarsi di accettare questa sfida, tenendo conto dei cambiamenti nelle abitudini di chi vive nell’era telematica".


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