Giudice Cassazione a confronto organizzato da Ordine Psicologi della Campania
Felaco: “Urgenti interventi non solo di bonifica, ma anche psicologici per evitare reazioni emotive irrazionali che possono essere utilizzate da chi ha interessi speculativi”

Comunicato stampa del 3 dicembre 2013
No al ‘terrorismo psicologico’ e all’oltranzismo, ma provare a comprendere la questione e fare chiarezza da parte delle istituzioni sui livelli di inquinamento. E’ il messaggio lanciato dal giudice della Corte di Cassazione, Raffaele Cantone, nel corso del confronto sulla situazione della cosiddetta Terra dei fuochi, organizzato a Napoli dall’Ordine degli Psicologi della Campania nell’ambito del corso di aggiornamento professionale sugli ‘Aspetti psico-preventivi per i contesti di catastrofe’.
L’ex magistrato della Dda di Napoli invita a evitare le “esasperazioni, anche perché nessuno finora è riuscito a fornire dati che dimostrino in modo inconfutabile che molte di queste preoccupazioni siano davvero fondate". Condivide la paura dei cittadini e la necessità di “mantenere altissima l’attenzione”, ma suggerisce un “approccio laico” e chiede alle istituzioni di fare chiarezza e di garantire la trasparenza sulle bonifiche. “Ben vengano gli interventi del governo – dice in riferimento al decreto varato oggi dal Consiglio dei ministri – ma al di là della repressione e della prevenzione serve chiarezza, c’è bisogno di capire se esistono davvero zone inquinate dove evitare ogni tipo di coltivazione ‘food’. Se invece queste zone non ci sono il governo deve dare rassicurazioni”.

In riferimento alla misura del decreto che prevede il raccordo diretto tra la magistratura e gli amministratori locali, Cantone ricorda che “le comunicazioni alle autorità politiche, amministrative e istituzionali sono previste dal codice di procedura penale, ma la maggior parte delle comunicazioni che abbiamo fatto quando lavoravo in procura non sortivano effetti, quindi pensare che comunicare al sindaco che un pentito ha ammesso di aver sotterrato rifiuti in una determinata zona possa cambiare il corso delle cose, mi sembra una cosa ridicola”. Quindi un appello ai cittadini, affinchè tutti si assumano le proprie responsabilità e si eviti “per l’ennesima volta di cercare fuori il capro espiatorio e di scaricare tutte le responsabilità sugli altri, anche su fenomeni come quello degli sversamenti, che proseguono su quei territori e che non sono opera della camorra”.

Il direttore del Mattino, Alessandro Barbano, che ha condiviso con Cantone questo momento di confronto, auspica una “nuova coscienza ambientale” e sottolinea l’importanza del ruolo dei giornalisti, che “hanno il dovere di testimoniare il dolore, la rabbia e di rappresentare l’entità del danno e del rischio ambientale, evitando però di cedere all’allarmismo ingiustificato, che produce situazioni difficilmente controllabili sul piano psicologico complessivo, ma anche sull’immagine di un territorio che rischia di subire più danni di quelli provocati dalla devastazione ambientale”. Per questo “consegnare in questi giorni a pentiti di camorra che hanno perso il programma di protezione come Schiavone un ruolo oracolare non verificato, quando le indagini della magistratura hanno accertato che molte delle cose che dice sono prive di fondamento, è una responsabilità grave, perché cedere alla tentazione di fare allarmismo con l’obiettivo di vendere più copie o fare più audience è irresponsabile”.

Il presidente dell’Ordine degli Psicologi della Campania, Raffaele Felaco, rimarca la necessità, accanto alle operazioni di bonifica e di controllo del territorio, di “un lavoro psicologico sui cittadini, per evitare reazioni emotive irrazionali che possono essere utilizzate da chi ha interessi speculativi”. Su questo fronte, aggiunge, “i professionisti campani sono all’avanguardia a livello nazionale nella gestione delle emergenze e offrono tutta la propria disponibilità”. Felaco sottolinea infine la scelta dei relatori di “confrontarsi con noi, perché sanno che gli psicologi sono alla ricerca delle soluzioni nella maniera più approfondita possibile, senza emozioni che impedirebbero la riflessione”.

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