Care colleghe e cari colleghi, cari professionisti della salute psicologica,

mai avrei immaginato di inviare la prima newsletter di Natale in un momento così complesso e delicato.
Siamo distanti, divisi anche solo fisicamente per zone contraddistinte da colori e regole più o meno precise, come nella più classica delle partite a RisiKo che forse alcuni di voi potranno ricordare.

Spesso seduti ma in continuo movimento, fermi ad un semaforo che pur di non mostrare il verde ha sfoggiato tutto il fascino di un arancione che procrastina e impone l'attesa.
A volte disorientati ma pur sempre fiduciosi, ci siamo ritrovati e ci ritroviamo tuttora davanti alla TV, attraverso i social, per ascoltare "il discorso", lo scorrere, come un tempo accadeva alla radio quando lo stesso discorrere lasciava però spazio all'immaginazione, ad uno spazio altro di pensabilità oggi così difficile da ritrovare.

Ci siamo così riscoperti "ospiti" e "partecipanti" di spazi virtuali che fino a poco prima sarebbero risuonati freddi e impersonali. E allora noi li abbiamo colorati, a volte con abbigliamenti imprevisti e imprevedibili, a volte con sfondi che mai prima di quel momento avremmo potuto immaginare.
Abbiamo messo le mani in pasta, riscoprendo il valore imprescindibile della resilienza.

Nel mentre flussi comunicativi imponenti e inarrestabili, paradossi a volte autentici e a volte meno, piovevano addosso a chi, come noi, ha fatto della comunicazione e della parola il principale e più antico strumento di lavoro.
Quante ne abbiamo dovute sentire, noi psicologhe e psicologi, durante questi mesi.

Così a partire da nuovi spazi esterni, da quelle terrazze a quei balconi diventati nostri in giro per il mondo, abbiamo dovuto rivedere in modo repentino gli spazi interni, con un tempo che mai sembra diventare Kairos, il tempo opportuno.

E' successo che ci siamo contagiati mentre il mondo intorno provava ad alzare muri, a proibire sbarchi, a fare della provenienza geografica l'unico spazio vitale.

Spazi in cui la nostra "giovane" professione, oggi sanitaria, risulta più che mai fondamentale.
Lo dice l'OMS, quando parla di salute intesa come "stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia".
Lo dice la nostra Costituzione che all'art. 32 ricorda che "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività".
Lo dicono le neuroscienze, la ricerca e i più recenti studi di economia cognitiva, in linea con quanto l'intervento psicologico non rappresenti una spesa bensì un investimento, sotto più punti di vista.

Ed allora oggi, più che mai, c'è bisogno del nostro intervento: competente, responsabile, qualificato.
Oggi più che mai c'è bisogno di professionalità ma allo stesso tempo di sensibilità e di bellezza, per creare insieme uno spazio di pensabilità capace di contenere la reattività di questo periodo emergenziale.
Con l'augurio che ciò diventi, per tutte e tutti noi, la forma di contagio più attesa.

Buone Feste, con affetto
Armando Cozzuto
Presidente