Carə Collegə, cara collega, caro collega,
vi scrivo a ridosso delle festività pasquali.
Mi piace pensare che al di là del credo di ognuno di noi, momenti come questo possano rappresentare l’occasione per fermarci, riflettere e, perché no, ripartire.
Abbiamo vissuto, in questi ultimi anni, un periodo storico unico nel suo genere, di quelli che mai avremmo immaginato.
Oggi riponiamo nel nostro bagaglio a mano un carico di tutto rispetto.
Portiamo all’imbarco le cose che hanno funzionato e quelle che ancora stentano a decollare.
Le istituzioni sono sempre più sensibili alle nostre richieste e noi, in Campania, nel nostro piccolo, abbiamo fatto tutto il possibile per fungere da cassa di risonanza.
Una presenza assidua che abbiamo dovuto per forza di cose bilanciare con l’assenza in contesti di vita che solo un giorno riusciremo a valutare.
Un misto di incoscienza unita alla responsabilità del ruolo.
Lo abbiamo fatto per necessità, e per tanti altri motivi.
Per le persone che a noi si affidano ogni giorno.
Per i giovani, affinché non perdano mai di vista il potere delle progettualità.
Per le famiglie, le scuole, le organizzazioni che ogni giorno chiedono a gran voce il nostro intervento.
Veniamo da anni in cui il SSN ha visto in noi la cenerentola di quelle professioni poi riconosciute come sanitarie.
Abbiamo studiato, investito e fatto mille sacrifici, in attesa di una rinascita tanto attesa quanto tardiva.
Siamo consapevoli del fatto che l’impegno profuso da ciascuno di noi ancora stenti ad essere pienamente ripagato e riconosciuto.
Eppure viviamo al tempo stesso anni di rinascita che necessitano oggi più che mai di interventi che abbiano un’incidenza nazionale.
Il servizio di psicologia di base, che molte regioni stanno pian piano regolamentando, parte da qui. Dall’Ordine degli Psicologi della Regione Campania di cui siamo tutti parte integrante.
Dai luoghi che abitiamo, dalle stanze che arrediamo di impegno, dedizione e sacrificio, ogni giorno.
Con questi presupposti vi invito a continuare, precursori di una professione che ha dovuto attendere una contaminazione di massa per vedere riconosciuti l’impegno e la scientificità di migliaia di professionisti della salute.
E’ difficile essere precursori, quasi quanto è difficile essere psicologi e psicoterapeuti oggi.
Guardare insieme un orizzonte noto dove per altri c’è ancora foschia.
Per questo mi auguro che la tempra dei nostri percorsi non ci abbandoni, che riesca sempre a tenerci uniti laddove il lucignolo di turno prova a dividere, per incompetenza o necessità personale.
E’ in questa direzione che vi auguro Buona Pasqua, senza sentire minimamente la necessità di rimarcare ciò che abbiamo fatto e ciò che ancora insieme possiamo realizzare.
Oggi la nostra voce ha un peso decisivo nel dibattito pubblico in materia di salute “mentale”, etichette a parte.
Ben diecimila anime prestate alla scienza, alla clinica, alla ricerca.
E allora che ognuno continui a dare il meglio di sé.
Tracciando orizzonti, come diceva Frida Kahlo, dove altri disegnano confini.
Buona Pasqua e buon meritato riposo.
Con affetto.
Armando Cozzuto
Presidente