OPRC – Ordine Psicologi Regione Campania

Linee Guida per la Consulenza nell’Infertilità

Linee Guida per La Consulenza nell’Infertilità del gruppo di lavoro di interesse psicologico della ESHRE (European Society of Human Reproduction and Embriology)

Premessa

Lo psicologo considera suo dovere accrescere le conoscenze sul comportamento umano ed utilizzarle per promuovere il benessere psicologico dell’individuo, del gruppo e della comunità. In ogni ambito professionale, opera per migliorare la capacità delle persone di comprendere se stessi e gli altri e di comportarsi in maniera consapevole, congrua ed efficace”. I primi due comma dell’articolo 3 del Codice Deontologico degli Psicologi Italiani esprimono gli interessi primari che la nostra professione persegue nei molteplici ambiti d’intervento in cui è impegnata. L’implicazione comune è rappresentata dalla diffusione della cultura del benessere psicologico quale effetto della nostra azione non soltanto sulle persone a cui è direttamente indirizzato l’intervento psicologico, qualunque esso sia, ma soprattutto sul contesto lavorativo in cui operiamo, che è insieme umano, professionale, sociale, comunitario e culturale. Questo effetto, implicito specificamente alla nostra professionalità, costituisce quel “valore aggiunto” che la nostra opera fornisce ai vari contesti in cui viene agita, siano essi di carattere istituzionale o meno; la valenza ad esso implicita si può facilmente dedurre dalla varietà della tipologia delle organizzazioni lavorative in cui lo psicologo trova sempre più una collocazione adeguata, riconosciuta dagli altri come funzionale e qualificante in relazione alle finalità specifiche delle molteplici realtà lavorative.

Se i settori produttivi caratterizzati da una forte innovazione culturale hanno già da tempo saputo integrare operativamente lo psicologo, sottolineandone le specifiche competenze soprattutto in termini di comunicazione e di gestione delle risorse umane, la nostra professione risente ancora oggi, purtroppo anche in ambiti cruciali quali quello istituzionale, di una cultura che tende a minimizzarne il ruolo, spesso rendendolo, di fatto, un “accessorio” secondario, periferico, anche in contesti specifici quali, un esempio su tutti, quelli dei consultori familiari delle AUSL (nei quali qualche volta il posto dello psicologo viene sacrificato per questioni di budget economico!) in cui invece c’è una domanda dell’utenza centrata proprio sulla possibilità di fruire della nostra competenza.

Anche la classe politica, nel suo insieme, si è fino ad oggi mostrata poco sensibile verso le competenze che la nostra categoria professionale può spendere per il benessere dei cittadini. Un ultimo esempio è costituito dalla Legge n° 40/2004 del 10.03.2004, che regolamenta l’accesso alle tecniche di procreazione assistita, e che ha disatteso, nel testo approvato dal Parlamento ed emendato dal Capo dello Stato, l’illustre parere, reiterato più volte, dell’Istituto Superiore della Sanità teso a sottolineare l’importanza, funzionale e strategica, che la nostra professione può e deve avere, quale baluardo a difesa del benessere dei cittadini, in frangenti e contesti così delicati proprio per la salute emotiva ed il benessere psicologico delle coppie che, infertili, decidono di avvalersi della tecnologia della procreazione assistita. Al di là delle scelte e dei contenuti, innegabilmente di valore etico, sui quali quindi il giudizio è opinabile, con cui il legislatore si è sostituito, vincolandola rigidamente, alla libera determinazione dei cittadini, resta il fatto di questa grave omissione, determinata probabilmente da una lontananza culturale della classe medica italiana, nell’insieme dei suoi rappresentanti parlamentari, rispetto alla cultura specifica di cui gli psicologi sono portatori di cultura peraltro ampiamente riconosciuta in questo campo in ogni altro paese civile al mondo.

Ultimo aggiornamento

20 Maggio 2021, 14:36